QUESTA È UNA RACCOLTA DI NOTIZIE E FATTI STORICI, ADATTA PER RICERCHE SCOLASTICHE E PER ARRICCHIRE IL PROPRIO BAGAGLIO CULTURALE.

IL MODERNISMO

Il complesso e vario movimento culturale (ma con importanti implicazioni politiche) definito modernista, in quanto esprimeva l’esigenza di rinnovare il cattolicesimo tramite gli apporti del pensiero moderno e un coinvolgimento diretto nei problemi posti dalle trasformazioni del mondo contemporaneo, fu fatto conoscere in Italia da alcuni importanti periodici, fondati da ecclesiastici vicini ai nuovi orientamenti di pensiero. La personalità più originale del modernismo italiano, Ernesto Buonaiuti, a cui si devono importanti opere di storia del cristianesimo, fondò e diresse personalmente a Roma la “Rivista storico-critica delle scienze teologiche” (1905-1910) e “Nova et vetera” (1908). Quest’ultima, subito sconfessata dal Vaticano, esprimeva le aperture al socialismo avanzate da Buonaiuti nelle Lettere di un prete modernista (1908). Buonaiuti collaborò anche a “Studi religiosi” (1901-1907), la rivista che sotto la direzione del prete Salvatore Minocchi fu la principale protagonista della diffusione in Italia del modernismo dell’irlandese George Tyrell e dei francesi Maurice Blondel, Lucien Laberthonnière e Alfred Loisy. Espressione del modernismo laico milanese fu invece la rivista “Il Rinnovamento”, fondata nel 1907 da Tommaso Gallarati SCotti e altri giovani aristocratici lombardi, che si ispiravano alle idee di Vincenzo Gioberti e si proponevano di formare la “coscienza critica” dei lettori, anche nella prospettiva di un rinnovamento in senso democratico dei rapporti fra gerarchie ecclesiastiche e fedeli. Attivo collaboratore del gruppo milanese fu Antonio Fogazzaro, lo scrittore che nel romanzo Il santo, pubblicato nel 1905 e condannato nel 1906 dalla Chiesa, manifestò la sua adesione agli ideali rappresentati nella figura del prete modernista. Nel 1907 la Chiesa condannò ufficialmente il modernismo, giudicato un indirizzo di pensiero contrario alla dottrina cattolica, con un decreto del Sant’uffizio e con l’enciclica di Pio X Pascendi dominici gregis; nel 1910 fu imposto il giuramento antimodernista ai sacerdoti.