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TEODORICO

Teodorico fu un grande re che coltivò tenacemente la speranza di edificare un regno potente e pacifico.
A differenza di altri barbari, come i Vandali che avevano cercato di imporre la propria fede, cioè l’arianesimo (E’ una teoria relativa alla natura di Cristo enunciata all’inizio del IV secolo dal prete Ario: premessa fondamentale è l’assoluta unicità di Dio, il solo a non essere creato. Poiché Gesù è creato, non può essere Dio. L’arianesimo fu considerato un’eresia e condannato dalla Chiesa nel Concilio di Nicea del 325), Teodorico professò la tolleranza, perché voleva mantenere la pace nel suo regno. Questa imparzialità non significava indifferenza verso tutti i culti, ma rispondeva a un chiaro programma di governo: assicurare la pacifica convivenza tra vinti e vincitori e soprattutto restaurare la grande civiltà degli uni (i Romani) con la forza degli altri (i Goti): ai Romani era assicurata l’amministrazione civile, ai Goti toccava il potere militare.

Lo stesso ideale di pace e di conservazione era alla base della politica di Teodorico verso i regni germanici. Egli riuscì a esercitare il potere su un territorio ampio quanto quello degli antichi imperatori, anche se il suo era un potere di diversa natura: cercò di appianare i conflitti con tutti i sovrani dei regni romano-barbarici e strinse alleanze attraverso vincoli di parentela. Ma i conflitti non mancarono, soprattutto con Clodoveo, re dei Franchi, e poi con i Burgundi e con i Vandali, e il suo disegno di sistema internazionale fallì. Anche con i Romani il progetto fallì: agli unni dell’illusione di pace e di stabilità, vissuti quando fu accolto a Roma dal senato, dal popolo e dal papa, seguirono anni nei quali, messo in allarme dagli atteggiamenti dell’imperatore d’Oriente e circondato da una corte infida e piena di tensioni interne, Teodorico reagì condannando a morte o al carcere il filosofo Boezio, il senatore Simmaco e il papa Giovanni I.

Con il sangue di Odoacre il regno di Teodorico si era aperto (493), con il sangue dei martiri di Roma si chiuse: tragico epilogo di un sogno fallito.
Era l’anno 526 quando egli morì. La sua speranza e la sua illusione erano durate circa trent’anni, ma il significato storico di questo dramma è che Teodorico è il vinto, mentre vincono coloro che muoiono.