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GIULIO CESARE

Gaio Giulio Cesare, nato nel 100 a.C., apparteneva a una famiglia della più antica nobiltà romana, seguace del partito popolare, cui anch’egli era fedele: ciò gli valse la persecuzione di Silla, che al di là della rivalità politica aveva individuato in quel giovane ambizioso una possibile minaccia per il proprio potere.
Dopo un’esperienza inconsueta (fu catturato dai pirati e tenuto in ostaggio 40 giorni), morto Silla, Cesare si lanciò nella vita politica, sorretto da un’intelligenza eccezionale, da una volontà energica e da un patrimonio immenso. Quest’ultimo si rivelò presto insufficiente, in quanto Cesare, per far fronte agli obblighi che le sue cariche comportavano, spendeva anche il suo denaro personale in enormi quantità: per la manutenzione della via Appia (di cui fu incaricato come edile nel 65 a.C.), per gli spettacoli (a cui la plebe era invitata ad assistere gratuitamente), per la distribuzione di cibo ai nullatenenti.

Al favore della plebe, che l’accompagnerà tutta la vita, si aggiunge ben presto quello dell’esercito. Prima come propretore in Spagna, poi, dal 59 a.C., come preconsole nelle Gallie, Cesare si rivela non solo audace stratega, ma anche ottimo comandante: i soldati lo amano perché egli divide con loro le fatiche e i pericoli della guerra, ma anche i bottini.

Nel corso di dieci anni, Cesare conduce una serie di campagne vittoriose contro gli Elvezi, i Germani, i Belgi, i Sigambri. Organizza due spedizioni in Britannia; combatte contro gli Svevi e doma l’insurrezione degli Arverni, capeggiata dal valoroso Vercingetorige.
La sua vita personale s’intreccia con i grandi eventi di Roma: il primo matrimonio, con la figlia di un nemico di Silla; la relazione con la regina d’Egitto Cleopatra, che conduce con sé a Roma destando uno scandalo inaudito; l’ultimo matrimonio con Calpurnia.
Cesare ha una sola figlia legittima, Giulia, che sposerà Pompeo, e un numero imprecisato di figli illegittimi, tra cui Cesarione, nato da Cleopatra, e Bruto, che egli adotterà.
Quando, sconfitto Pompeo, diviene padrone di Roma, Cesare dà prova della sua capacità politica sommando nella sua persona tutte le cariche dello Stato ma mantenendo, almeno esteriormente, il rispetto della legalità: tribuno della plebe, comandante in capo dell’esercito in pace e in guerra, censore, pontefice massimo, “padre della patria”, egli è in sostanza un sovrano assoluto, anche se governa con equità.
Ma il suo piano di costruzione di un impero universale, erede di quello di Alessandro Magno, mirante ad assicurare l’uguaglianza di tutti i sudditi e l’unificazione dei territori conquistati in nome di Roma, viene troncato dai congiurati alle Idi di marzo, cioè il 15 marzo del 44 a.C.
Cesare fu anche ottimo scrittore, dotato di capacità rare di sintesi e di efficacia, che rivelò in due opere: La guerra di Gallia e La guerra civile.