QUESTA È UNA RACCOLTA DI NOTIZIE E FATTI STORICI, ADATTA PER RICERCHE SCOLASTICHE E PER ARRICCHIRE IL PROPRIO BAGAGLIO CULTURALE.

CAFIERO E L’ANARCHISMO

Nato a Barletta nel 1846 da una nobile famiglia di latifondisti, Carlo Cafiero abbandonò ben presto la carriera diplomatica, cui l’aveva condotto la laurea in giurisprudenza, per abbracciare la lotta rivoluzionaria.
Durante i numerosi viaggi in Europa, intrapresi a partire dal 1867, egli strinse saldi rapporti con Karl Marx e con Friedrich Engels, a Londra, e, in Svizzera, con l’anarchico russo Michail Bakunin, dal quale fu orientato verso l’anarchismo.
Tornato in Italia, Cafiero ebbe un ruolo di primo piano nel diffondere l’attività della prima Associazione internazionale dei lavoratori, nata a Londra il 28 settembre 1864 dall’incontro tra tendenze politiche socialiste e anarchiche. Nel 1871 Cafiero riorganizzò la sezione napoletana dell’Internazionale; l’anno seguente collaborò ai nove numeri del settimanale di ispirazione bakuniana “La Campana”. Accanto a Bakunin, in Italia tra il 1864 e il 1868, Cafiero condusse una vasta opera di propaganza anarchica, che ebbe il suo centro nelle zone più arretrate dal punto di vista economico e in particolare nell’Italia meridionale, dove si riteneva che le masse popolari fossero più disponibili a recepire l’idea anarchica di insurrezione.
Dopo il fallimento nel tentativo insurrezionale dell’Italia centrale e meridionale del 1874, Cafiero guidò, con Errico Malatesta, la fallita rivolta di Benevento del 1877, cui partecipò la sezione internazionalista Banda del Matese. Durante i diciassette mesi di carcere inflittigli in seguito a tale vicenda Cafiero scrisse il suo Compendio del Capitale di Marx, pubblicato nel 1879 da Enrico Bignami.
Colpito da infermità mentale agli inizi degli anni Ottanta, Cafiero morì nel 1892 nel manicomio campano di Nocera Inferiore.