QUESTA È UNA RACCOLTA DI NOTIZIE E FATTI STORICI, ADATTA PER RICERCHE SCOLASTICHE E PER ARRICCHIRE IL PROPRIO BAGAGLIO CULTURALE.

1834: LA GIOVINE EUROPA

Tra Svizzera, Francia, Belgio e Inghilterra (l’Europa liberale che si opponeva all’Europa della Santa alleanza di Austria, Russia e Prussia) si muoveva un variegato mondo di esuli politici, le cui file si erano fortemente ingrossate dopo il fallimento dei moti rivoluzionari del 1831 in Italia e in Polonia. I polacchi in particolare, che avevano proclamato l’indipendenza del proprio paese nel gennaio 1831 e avevano dovuto precipitosamente fuggire nel settembre per sottrarsi alla durissima repressione dello zar Nicola I, vivevano problemi assai vicini a quelli dei perseguitati politici italiani, schiacciati dalla politica della Santa alleanza.
Nel generale riflusso della spinta democratica in Europa, nell’aprile del 1834 Giuseppe Mazzini progettò un’organizzazione di carattere sovranazionale, da opporre alla Carboneria ormai passata sotto il controllo di Filippo Buonarroti. In contrapposizione al cosmopolitismo delle antiche società segrete, Mazzini pensò a una Giovine Europa all’interno della quale ogni associazione nazionale (la Giovine Italia, la Giovini Polonia, la Giovine Germania, e successivamente la Giovine Svizzera) doveva operare in modo specifico per l’indipendenza del suo popolo. Non su una rivoluzione democratica europea sul modello giacobino né tantomeno sull’attesa della Francia liberatrice dovevano contare i patrioti europei, ma la nuova Europa doveva nascere dalla “missione particolare” che spetta a ogni uomo e a ogni popolo, missione che “mentre costituisce la individualità di quell’uomo e di quel popolo, concorre necessariamente al compimento della missione generale dell’umanità”. La Giovine Europa non conseguì significativi risultati politici e si dissolse in pochi anni, ma rimane un momento significativo della crisi, del cosmopolitismo illuminista e del trionfo dell’idea romantica della “missione nazionale”.