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L’UNIVERSO E IL SISTEMA SOLARE

La cosmologia studia le leggi che sono all’origine dell’Universo e che ne delineano la possibile evoluzione sia passata che futura. E’ una scienza a sé, che si fonda su ipotesi e modelli teorici, altamente speculativi, solo in parte suffragati da prove data l’inadeguatezza degli strumenti a disposizione.
L’osservazione mediante radiotelescopi delle galassie a noi più lontane suggerisce la teoria di un Universo in cui il movimento di reciproco allontanamento dei corpi celesti avviene ovunque a una velocità elevatissima e costante. Tutte le teorie cosmologiche attuali più accreditate si fondano sul presupposto di un universo in continua e inarrestabile espansione. Percorrendo a ritroso questo cammino si giunge a immaginare che tutti i corpi celesti, galassie, stelle, pianeti, fossero più vicini e, in epoca assai remota, dovessero formare un unico densissimo nucleo.
Il processo di espansione che è in atto fa supporre che l’universo abbia cominciato a dilatarsi da quel nucleo, il punto iniziale, in un momento che dev’essere considerato l’istante primo della creazione. E’ il big bang, la grande esplosione che creò la materia con contemporanea emissione di enormi quantità di energia. Se ciò è veramente avvenuto, allora nello spazio cosmico deve esistere traccia dell’energia primigenia. E’ quanto hanno scoperto nel 1965 i due radioastronomi A.A. Penzias e R.W.W. Wilson. Essi hanno dimostrato che, volgendo i radiotelescopi in ogni direzione, viene sempre percepita una radiazione di fondo (la cosiddetta “microonda cosmica”) che è debole, ma altresì è dotata di quella intensità e di quella lunghezza d’onda che dovrebbe avere se si fosse formata da un’unica origine. Secondo gli studiosi, questo atomo primordiale risale a circa 15 miliardi di anni fa, l’età che è più probabilmente attribuita all’universo. Dal primo momento si è passati in “ere” successive, di durata via via crescente, caratterizzate ciascuna da diverse condizioni di organizzazione della materia e dell’energia. Attualmente ci troveremmo nell’”era galattica”, iniziata un milione di anni dopo il big bang. In questo periodo sarebbero nate le galassie a seguito di meccanismi non ancora del tutto noti.

Il sistema solare si trova all’interno della galassia chiamata anche “Via Lattea”; questa è uno dei milioni di galassie esistenti nell’universo e presenta un diametro massimo di circa 100.000 anni luce. E’ composta da miliardi di stelle, nebulose gassose, ammassi di polveri cosmiche. Se la Terra ha più di 4,5 miliardi di anni, certamente anche il Sole ha la stessa età, e probabilmente è anche più vecchio. Il Sole e i suoi pianeti si trovano sul piano della galassia a circa 30.000 anni luce dal suo centro. Fu probabilmente proprio da una nebulosa calda, ruotante lentamente su se stessa, che si addensò una massa centrale di materia. Queseta aggregazione raggiunse densità e temperatura tali da innescare le reazioni termonucleari che la trasformarono nella nostra stella. Da questa, secondo una scuola di pensiero, si staccarono volumi di gas incandescenti, i protopianeti, che successivamente, contraendosi, avrebbero formato i pianeti. Secondo un’altra teoria, dalla nebulosa stellare si sarebbero staccate masse di polvere, i planetesimi, che, comprimendosi, avrebbero dato origine a corpi solidi e relativamente piccoli; questi ultimi avrebbero attratto per gravità altra polvere cosmica, sarebbero aumentati di volume per evolvere alla fine nei pianeti veri e propri. I nuovi corpi celesti continuarono a mantenere l’originario moto rotatorio attorno al Sole, controbilanciando con la forza centrifuga l’attrazione centripeta esercitata dalla massa solare.