QUESTA È UNA RACCOLTA DI NOTIZIE E FATTI STORICI, ADATTA PER RICERCHE SCOLASTICHE E PER ARRICCHIRE IL PROPRIO BAGAGLIO CULTURALE.

CARLO PISACANE E LA SPEDIZIONE DI SAPRI

Nato a Napoli nel 1818, ufficiale dell’Esercito napoletano, volontario in Lombardia nel 1848, capo di stato maggiore della Repubblica Romana nel 1849, Carlo Pisacane proveniva dalle file del mazzinianesimo, ma sotto l’influenza di Carlo Cattaneo, di Giuseppe Ferrari e dei socialisti francesi si orientò a poco a poco verso un’ideale di democrazia radicale. Come Mazzini, Pisacane era favorevole alla soluzione unitaria e repubblicana, ma era convinto che prima di agire fosse necessario migliorare le condizioni materiali di vita delle masse popolari e che solo la chiara promessa di modificazioni della società in senso socialista potesse portare alla partecipazione attiva e consapevole del popolo ai moti rivoluzionari. Il predominio della casa Savoia e la continuazione della dominazione austriaca erano per Pisacane “precisamente la stessa cosa”. Non stava nei “rimedi temperati” dei moderati piemontesi, ma nel movimento contadino la forza della necessaria rivoluzione di cui il Mezzogiorno doveva essere il punto di partenza. La notizia del moto guidato da Francesco Bentivegna accese le speranze dei patrioti del Partito d’azione residenti a Genova. Non solo Mazzini, ma anche La Farina e Pallavicino diedero l’assenso all’impresa; Cavour e il governo piemontese ne tollerarono i preparativi. Si raccolsero armi e denari, parve per un momento che lo stesso Garibaldi dovesse assumere il comando dell’impresa poi preso da Pisacane. Sbarcando a Sapri, Pisacane contava su una rivolta generale, ma la mancanza di collegamenti con i democratici del Mezzogiorno impedì qualsiasi sviluppo rivoluzionario. I trecento compagni di avventura rimasero isolati e furono facilmente sopraffatti dai soldati borbonici e dalla popolazione impaurita, presso la quale era stata diffusa ad arte la voce che bande di evasi saccheggiavano le campagne. La spedizione di Sapri e la morte di Carlo Pisacane segnarono la fine delle speranze mazziniane e delle dottrine cospirative.