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LE CIVILTA’ BARBARE: GLI OSTROGOTI

Abitavano a oriente del fiume Dnestr, pressappoco l’odierna Ucraina, e per questo li chiamavano “Goti dell’Est”. Erano più organizzati dei Visigoti e avevano un re, sia pure eletto dal’esercito. Attorno al 370, però, furono sconfitti e assogettati dagli Unni. Soltanto dopo la morte di Attila (453), gli Ostrogoti riconquistarono la loro indipendenza e con Teodorico giunsero al culmine della potenza.

Teodorico, per i servizi resi all’impero bizantino, ottiene dall’imperatore Zenone la concessione dell’Italia, allora in mano a Odoacre (il re degli Eruli che aveva fissato la sua capitale a Ravenna), e nella primavera del 489 varca le Alpi Giulie con 100.000 soldati. Dopo epiche battaglie sull’Isonzo e a Verona, Odoacre viene ucciso, Teodorico entra in Ravenna, è proclamato re e Bisanzio riconosce ufficialmente il titolo.

Lo stanziamento ostrogoto in Italia è a maglie molto larghe, essendo pochi gli invasori. La maggior densità è nella pianura padana, altri gruppi s’insediano in Dalmazia e in Campania. Il centro più importante resta Ravenna, già sede degli ultimi imperatori d’Occidente.

Teodorico favorisce i buoni rapporti fra la sua gente e gli italici-romani, ma mantiene ben distinte le funzioni: agli Ostrogoti quelle militari, ai Romani quelle amministrative. Vieta i matrimoni fra le due stirpi e conserva la diversità di culto, dato che gli Ostrogoti professano l’arianesimo.

Forse è proprio la mancata fusione fra i due popoli la causa principale del crollo del regno. La disgregazione comincia subito dopo la morte di Teodorico, avvenuta nel 526. Nove anni dopo, quando le armate di Giustiniano sbarcano in Italia per restituirla al diretto controllo dell’impero, gli Ostrogoti non possono contare sull’aiuto delle popolazioni italiche. Combattono per vent’anni con grande valore, ma alla fine devono soccombere. E scompaiono dalla storia italiana quasi senza lasciare traccia.

La crudeltà di Teodorico
Teodorico (454-526) è stato il re più abile degli Ostrogoti, ma forse anche il più crudele. Apparteneva al nobile casato degli Amali e aveva trascorso gli anni giovanili a Costantinopoli come ostaggio, in garanzia di un trattato federativo stretto tra Ostrogoti e Impero. Più tardi, per l’aiuto prestato all’imperatore Zenone contro il rivale Basilisco, ottiene il permesso di stanziarsi in Italia con il suo popolo. Ed è proprio in Italia, con l’assassinio di Odoacre, che Teodorico si rivela barbaro di efferata crudeltà: dopo un assedio pluriennale di Ravenna, promette di lasciar salva la vita al rivale e invece lo uccide e stermina tutta la sua famiglia. Trent’anni più tardi, quando l’imperatore Giustino mette al bando l’eresia ariana, Teodorico fa uccidere alcuni esponenti del Senato (fra i quali Boezio) e costringe il papa Giovanni I a recarsi a Costantinopoli per chiedere la riammissione degli ariani, poi al suo ritorno lo fa incarcerare sino alla morte.

Totila, l’immortale che occupò Roma
Il suo vero nome era Baduila, ma lo chiamavano Totila, e cioè l'immortale. Era nato a Gualdo Tadino nel 552, un ostrogoto dell’ultima generazione dunque. Totila sale al trono nel momento più grave della guerra contro i bizantini. Uomo di notevoli capacità politiche e militari, riesce a recuperare agli Ostrogoti gran parte dei territori italiani perduti. Sa ottenere l’appoggio delle popolazioni locali con un atteggiamento conciliante del tutto nuovo. Rafforza l’esercito arruolando uomini poveri, affamati da una guerra ormai decennale, e nel 546 occupa Roma. Fallite le trattative di pace intavolate con Giustiniano, Totila nel 547 abbandona la capitale a Belisario, generale dell’esercito bizantino. Ma subito dopo, allestita una squadra navale, occupa la Sicilia, la Corsica e la Sardegna, compie incursioni contro la Dalmazia e le isole greche. Nel 552 si scatena la controffensiva bizantina guidata da Narsete. Totila è affrontato e sconfitto sull’Appennino umbro. Cade in battaglia, è la fine del regno ostrogoto.