QUESTA È UNA RACCOLTA DI NOTIZIE E FATTI STORICI, ADATTA PER RICERCHE SCOLASTICHE E PER ARRICCHIRE IL PROPRIO BAGAGLIO CULTURALE.

LE DIVINITA’ DEL MARE E DELLE ACQUE

Oceano. E’ il più antico dio delle acque ed era considerato il padre di tutti i fiumi. Le Oceanine, figlie di Oceano e Teti, erano ninfe che abitavano nei fiumi e nei ruscelli. Esiodo ne enumerava tremila.

Ponto. E’ un dio del mare, figlio di Gea, la terra.

Nereo. Rappresenta il lato bello, piacevole e benefico del mare: aveva il dono di predire l’avvenire. Era il padre delle Nereidi, cento ninfe, amiche dei naviganti.

Posidone. Fratello di Zeus, divenne a un certo momento il re indiscusso del mare.

Anfitrite. E’ una delle Nereidi, sposa di Posidone.

Tritone. Figlio di Posidone e di Anfitrite: l’immaginazione popolare se lo figurava in forma di uomo nella parte superiore e in forma di pesce dalla coda biforcuta nella parte inferiore. Quando soffiava dentro una conchiglia marina, si agitavano i flutti e sorgeva la tempesta.

Proteo. Custodiva per conto di Posidone il gregge delle foche e degli altri animali marini. Anche lui aveva il dono di predire il futuro.

Glauco. Era considerato il protettore dei marinai e dei naufraghi.

Posidone, il re del mare.
Figlio di Crono e di Rea, fratello di Zeus, Posidone regnava sul mare. Molte sono le leggende intorno a questa divinità. Si raccontava che abitava in un favoloso palazzo in fondo al mare e che faceva le sue passeggiate, impugnando un tridente, su un cocchio tirato da quattro tempestosi cavalli dalle unghie d’oro. Gli si attribuivano diverse mogli: la ninfa Anfitrite, che era quella ufficiale; Teofante, una fanciulla rapita in Macedonia; Alia, un’altra ninfa dalla quale ebbe sette figli. Si diceva anche che dalla Medusa aveva avuto come figlio Pegaso, un cavallo alato. Era padre anche di parecchi giganti e mostri, come Polifemo e Anteo. Polifemo è il ciclope che fu accecato da Ulisse. Per questo episodio l’eroe di Itaca si attirò l’odio e la maledizione di Posidone, che lo fece girare per i mari per 10 anni prima di permettergli di rientrare in patria. Anche il gigante Anteo non ebbe miglior fortuna. Re della Libia, obbligava i passanti a lottare con lui. Era invincibile se toccava con i piedi la terra. Anteo si imbattè in Ercole, il quale per sopraffarlo lo tenne sollevato da terra e lo soffocò con una stretta delle sue braccia poderose.

Scilla e Cariddi, nemiche dei marinai
Scilla era una bellissima ninfa che si innamorò di Glauco, una divinità del mare. Per conquistare il suo amore ebbe l’infelice idea di chiedere un filtro alla maga Circe, la quale era anch’essa innamorata di Glauco. Per liberarsi dalla concorrente, la maga avvelenò la fonte nella quale era solita bagnarsi Scilla. Accadde che la ninfa, entrata nella fonte, da bellissima che era diventò un orribile mostro latrante, con sei teste dalle bocche irte di denti. Disperata, Scilla si gettò in mare e gli dèi la trasformarono in uno scoglioformato da caverne mugghianti, divoratrici di marinai. Lo scoglio si trovava proprio di fronte a una rupe altrettanto pericolosa, Cariddi.

Cariddi, figlia di Posidone e di Gea, in origine era un mostro femmina dedito alla rapina. Per avere rubato a Ercole alcuni buoi, Zeus la fulminò, facendola cadere in mare dove era diventata quella rupe che tre volte al giorno inghiottiva e rivomitava le acque dello stretto fra la Sicilia e la Calabria.

Polifemo, un mostro alto cinque metri
Polifemo era un mostro alto cinque o sei metri che viveva selvaggiamente in un’isola: passava la sue giornate a pascolare le sue pecore e quando capitava qualche marinaio nell’isola se lo mangiava. Era infatti un cannibale, come UIisse, finito nella sua grotta, dovette constatare quando alcuni suoi marinai finirono in bocca del gigante. Aveva origini divine: il padre era Posidone, il dio del mare, e la madre si chiamava Toosa, una ninfa marina, abbastanza triste e nervosa, che diventava allegra solo quando vedeva il mare in tumulto. Nella terra di Polifemo vivevano altri ciclopi tutti di dimensioni gigantesche. Erano chiamati ciclopi perchè, come i più famosi figli di Gea e Urano, avevano un occhio solo in mezzo alla fronte.