QUESTA È UNA RACCOLTA DI NOTIZIE E FATTI STORICI, ADATTA PER RICERCHE SCOLASTICHE E PER ARRICCHIRE IL PROPRIO BAGAGLIO CULTURALE.

VIRGILIO: L'ENEIDE

L'AUTORE
Virgilio nacque il 15 ottobre del 70 a.C. ad Andes, presso Mantova. Visse in campagna fino a 12 anni e la natura fu la sua prima maestra e ispiratrice. Studiò, poi, a Cremona, a Milano e a Roma dove si trasferì definitivamente dopo la confisca delle proprietà terriere del padre. Qui visse dolorosamente le guerre civili che portarono alla fine della Repubblica, senza parteciparvi. Tornata la pace ad opera di Ottaviano Augusto, potè godere della protezione dell'imperatore e dedicarsi agli studi e alla poesia, sue uniche passioni. Per le sue opere minori era diventato famoso a tal punto da essere considerato da Augusto "poeta ufficiale" di corte. L'Eneide, suo capolavoro, a cui dedicò dieci anni di vita, fu scritto per esaltare le origini di Roma e con esse Augusto che aveva ridato alla città splendore e pace. Morì il 22 settembre del 19 a.C. a Brindisi, di ritorno da un viaggio in Grecia, senza aver potuto rivedere e completare il poema.

LA TRAMA
Il viaggio di Enea da Troia al Lazio dura sette anni, tra mille ostacoli. La prima tappa è in Tracia, l'attuale Romania. Poi nell'isola di Delo a consultar l'oracolo del dio Apollo, da sempre amico dei Troiani. Successivamente nell'isola di Creta, dove scoppia una pestilenza; nelle isole Strofadi (Mar Ionio); ad Azio e a Butroto nell'Epiro (Albania), dove Enea incontra Andromaca, moglie di Ettore, divenuta schiava di Pirro, figlio di Achille. Dall'Epiro alla Sicilia, dove muore Anchise. Di qui una tempesta, scatenata da Giunone, che odia i Troiani, spinge Enea e i suoi compagni in Africa. Dopo un lungo soggiorno a Cartagine, il viaggio riprende con una nuova tappa in Sicilia per onorare la memoria di Anchise, poi una sosta a Cuma per consultare la Sibilla e infine l'arrivo sulle coste del Lazio.

IL CAPOSTIPITE DEI ROMANI
Siamo nel XII secolo a.C. Dopo dieci anni di guerra, Troia viene conquistata e incendiata dai Greci, ma per volontà degli dèi si salva un eroe troiano, Enea, con il padre Anchise, il figlio Ascanio e un gruppo di compagni. A lui è affidata dal Fato la missione di fondare una grande città in Italia. Dopo un lungo viaggio per mare con molte tappe e imprevisti, Enea approda sulle coste dell'Africa, dove viene ospitato da Didone, regina di Cartagine, che si innamora di lui. Enea, però, deve obbedire al destino, abbandona Didone, che lo maledice e si uccide, e riparte. Nel frattempo il padre Anchise è morto, ma Enea lo incontra nei Campi Elisi, durante un viaggio nell'oltretomba che gli è concesso dagli dèi per conoscere il luminoso frutto della stirpe romana di cui sarà il capostipite. Ripreso il viaggio, Enea giunge finalmente sulle coste del Lazio alla foce del Tevere e incontra il re Latino e le altre popolazioni del luogo. Le sue sofferenze non sono finite: dovrà affrontare in guerra Turno, re dei Rutuli, che si sente spodestato dall'arrivo dell'eroe troiano. La posta in palio è la mano di Lavinia, figlia del re Latino, promessa dalla madre a Turno, e di conseguenza il dominio sul Lazio. Dopo alterne vicende Enea vince. Un suo discendente, Romolo, fonderà la grande Roma.

Figlio della dea Venere e di Anchise, Enea, personaggio secondario nell'Iliade, è protagonista indiscusso del poema che da lui prende il nome. E' un uomo "pio", nel senso che i Romani attribuivano al termine: rispettoso degli dèi, del Fato, delle tradizioni, della famiglia, della patria, guerriero coraggioso e leale, ma soprattutto animato da un forte senso del dovere e della responsabilità verso i compagni, anche quando, come spesso accade, è provato dalla sventura. Virgilio lo propone come modello ai suoi contemporanei.

Virgilio descrive e fa agire gli dèi come Omero, che egli considera il suo Maestro: immortali, degni di onore e rispetto, ma non esenti da difetti e atteggiamenti umani e perciò non completamente felici. Li fa intervenire nelle azioni dei personaggi a favore o contro: Giove agisce con una certa imparzialità, mentre - per esempio - il confronto tra Giunone, contraria ai Troiani, e Venere, madre di Enea, ha le caratteristiche di un duello. Al di sopra di tutti gli dèi sta il Fato (destino), di cui Giove è il custode. Una forza implacabile e immutabile, lontanissima dalle gioie e dai dolori degli uomini e della Storia.