QUESTA È UNA RACCOLTA DI NOTIZIE E FATTI STORICI, ADATTA PER RICERCHE SCOLASTICHE E PER ARRICCHIRE IL PROPRIO BAGAGLIO CULTURALE.

VICTOR HUGO: I MISERABILI

L'AUTORE
Victor Hugo nacque a Besançon nel 1802 e morì a Parigi nel 1885. Partecipò intensamente come uomo, come scrittore e come politico a tutti gli avvenimenti più importanti della Francia del XIX secolo. Figlio di un generale di Napoleone, visse in parte al seguito del padre in Corsica e Spagna, in parte con la madre e i fratelli a Parigi. Fu proprio la madre inizialmente ad indirizzarlo verso la letteratura. Subito riscosse un immenso successo di critica e di pubblico e tuttora è considerato il più grande romanziere francese.
Politicamente si schierò con i rivoltosi parigini, partecipando alle barricate del 1848 e pronunciando infuocati discorsi contro la miseria e per il miglioramento delle condizioni di vita del popolo, contro la pena di morte e a difesa del suffragio universale e della libertà di stampa. Divenuto imperatore, con un colpo di Stato, Luigi Napoleone nel 1851, Hugo fu costretto a vivere esule per 19 anni; fu prima in Belgio e poi nelle isole inglesi di Jersey e Guernesey, da dove continuò la sua attività di propaganda contro l'imperatore e di sostegno agli esuli e ai patrioti repubblicani. Quando cadde Napoleone III, nel 1870, Hugo tornò a Parigi, accolto trionfalmente come poeta e guida della nazione e considerato quasi maestro degli ideali democratici. Egli aveva in mente molte riforme sociali, ma fu deluso anche dal nuovo governo. Nonostante questo, continuò a parlare e scrivere contro la tirannia, in difesa dei perseguitati e degli oppressi, fino all'ultimo giorno della sua vita. Tutta Parigi partecitò ai funerali e gli fu concesso l'onore della sepoltura nel Pantheon, tra le glorie nazionali.

LA TRAMA
Composto tra il 1850 e il 1862, il romanzo è dedicato alle vittime dell'ingiustizia sociale, cioè a coloro che vivevano nella miseria dei bassifondi parigini e nell'ignoranza. Jean Valjean ha trascorso 19 anni in carcere per aver rubato un pezzo di pane e poi tentato la fuga. Quando torna in libertà è ospitato dal vescovo di Digne, ma lo deruba dell'argenteria e fugge. Catturato con la refurtiva, finirebbe nuovamente in prigione se il presule non lo scagionasse, dicendo di avergliela regalata. Colpito da tanta generosità, Valjean si redime, cambia vita e nome e diventa un benefattore. Tra le sue buone azioni vi è la difesa di Fantine, una poveretta abbandonata con la figlia Cosette e maltrattata dall'ispettore Javert. Fantine, che era stata arrestata, viene rilasciata, ma Javert riconosce Valjean sotto la nuova identità e lo perseguita, tanto da costringerlo di nuovo ad una vita randagia. Intanto Fantine muore e Valjean adotta Cosette che, fornita da lui di dote, troverà la felicità sposando Mario, nipote di un nobile, passato dalla parte dei rivoluzionari nei moti del 1832 ai quali ha partecipato anche Valjean. Il protagonista, assistito dai due giovani, che ne hanno compreso la profonda bontà, muore stringendo le loro mani, mentre al suo capezzale ardono due ceri dentro i candelabri d'argento del vescovo di Digne.

JEAN VALJEAN
L'esperienza dell'ex forzato, costretto all'esilio e alla fuga, ha un riferimento autobiografico. Intorno a lui ruota il mondo dei poveri senza diritti (Fantine), dei buoni (il vescovo) e dei cattivi (l'ispettore Javert), quella Parigi che Hugo conosceva a fondo. Jean Valjean è alto, ossuto, forte e severo, agisce da protagonista nel male e nel bene. Pentitosi della sua condotta disonesta, si rifà una vita senza dimenticare però il suo passato di solitudine e infelicità. Perciò capisce a aiuta Fantine, disprezzata da tutti; in nome della giustizia rinuncia alla condizione di benessere che si era costruito per salvare un contadino che, scambiato per lui dal perfido Javert, sta per essere condannato; quando - durante i moti del 1832 - gli viene affidato in custodia come prigioniero Javert, infiltratosi tra gli insorti per spiarli, potrebbe ucciderlo, ma non lo fa e lo rimette in libertà. Questo gesto fa di lui il vincitore morale e l'eroe da imitare. Lo stesso Javert, che si è sempre comportato da freddo difensore della legge, identificata con il bene, si trova a dover riconoscere che c'è del buono anche in un ex galeotto, è sconvolto e, a sua volta, smette di perseguitarlo. Per questa catena di avvenimenti, di cui è protagonista e in cui coinvolge chiunque lo incontri, Jean Valjean è un grandioso personaggio della letteratura.