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storici: paolo sarpi

Nella "Istoria del Concilio Tridentino" il Sarpi (Venezia 1552-1623) narra principalmente la preparazione, lo svolgimento, la conclusione del Concilio controriformistico di Trento e le vicende della riforma in Germania, in Inghilterra, in Francia e tende a dimostrare che il concilio, anzichè rinnovare la morale e l'unità cristiana della Chiesa, come si era proposto aveva di questa rafforzato il potere temporale e politico. E' dunque, la vicenda raccontata dal Sarpi, quella  di un grande ideale fallito, di una illusione crollata rievocata con uno sguardo lucido ed implacabile; con uno stile apparentemente freddo ed obiettivo, ma sentito, pervaso da una sconfortata e cupa amarezza. Per quanto riguarda la concezione della storia, il Sarpi la vede esclusivamente sotto l'aspetto politico, seguendo l'insegnamento di Machiavelli e Guicciardini, con scarsa comprensione dell'importanza che hanno in essa i grandi ideali e gli affetti più nobili. Egli avverte la presenza della Provvidenza, ma la sente come qualcosa di imperscrutabile e misterioso, mentre l'azione umana gli appare fragile ed effimera irreparabilmente travolta da egoismi e passioni. Nasce di qui il suo rassegnato pessimismo, congiunto ad un sentimento grave di tristezza.