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orlando furioso: la pazzia d'orlando

Una lenta ma implacabile progressione psicologica segna il trapasso d'Orlando dal suo nobile e patetico amore alla follia: il sogno incubo che lo fa uscire di Parigi, dimentico dell'amore cavalleresco, il lungo ansioso errare per sterminati cammini, simile al vagare senza fine e senza tempo della sua anima, l'evanescente castello d'Atlante, simbolo del suo chiuso dibattersi nel labirinto della passione e, finalmente, la rivelazione del "tradimento" di Angelica, la disperazione e la follia.
Ma sempre l'Ariosto racconta, con un ampia e mobilissima trama fantastica e fiabesca, la storia dell'uomo e del suo cuore. In questo periodo si può vedere quanti reali e veraci siano le reazioni psicologiche di Orlando. La prima rivelazione, il pietoso tentativo di ingannare se stesso, quindi la disperazione, la furia devastatrice, la follia: ogni momento è graduato con arte sapiente e, con una profonda conoscenza del cuore umano anche se la vicenda è proiettata all'esterno in vaghi colori di favola. Rappresentando Orlando, ad esempio, che devasta, come un cataclisma naturale, il luogo sacro all'amore di Angelica e di Medoro e sradica alberi, l'Ariosto non fa che trascrivere nei termini d'azione fantasiosa propria del poema, lo sconvolgimento totale, il crollo, la furia di devastazione e autodistruzione di un'anima.